Un risultato che arriva a sorpresa, o forse no. Il Chianti Docg cresce del 6,3% sul mercato italiano. Risultati positivi anche a livello globale: +1%, equivalente ad un milione di bottiglie in più. Numeri che confortano il Consorzio di tutela toscano, soprattutto se paragonati all’andamento commerciale delle bottiglie da 0,75, cresciute in Italia solo dell’1,5%.
Bene i mercati esteri che crescono di un punto percentuale, nonostante il calo della Germania (dove si è registrato un -10%) e la sostanziale stagnazione degli Usa. Sotto la lente di ingrandimento i risvolti sull’export, causati dell’emergenza Coronavirus. Secondo le stime, se l’allarme rientrerà a breve, la perdita per i produttori sarà tra il 5 e il 10%.
Cifre tutto sommato ammortizzabili, dal momento che il mercato cinese – cui si rivolgono anche le recenti modifiche al disciplinare – cresce di anno in anno. “Questi numeri – commenta il presidente del Consorzio, Giovanni Busi – mostrano che la strada imboccata ormai da anni dal Consorzio Chianti è quella giusta”.
“Una strada fatta di innalzamento della qualità del prodotto e di promozione dell’immagine sui mercati strategici, vecchi e nuovi: il mercato riconosce e apprezza, causando tra l’altro un effetto secondario di grande rilevanza sociale, ovvero la tenuta del prezzo anche per i vini sfusi”, conclude Busi.
La buona performance del 2019 acquista un valore ulteriore se paragonata all’andamento dei vini Chianti Docg dal 2013 ad oggi: negli ultimi 7 anni si evidenzia un incremento del 23% delle bottiglie vendute.
La crescita a valore è del 33%, segno di un recupero dei prezzi a scaffale e “perciò di una maggiore valorizzazione della Denominazione”. Nello stesso periodo, il segmento in bottiglia da 0,75 è cresciuto del 7% in volume e del 22% a valore.
“Il saldo positivo – commenta Busi – indica che il mercato di riferimento, quello italiano, ha un apprezzamento crescente per la qualità dei nostri vini e che i nuovi consumatori, principalmente asiatici e sudamericani, compensano il calo dei tedeschi e lo stallo degli statunitensi”.
Per il 2020, il Consorzio di Tutela guarda con attenzione alla Cina e all’evoluzione nel medio periodo dell’epidemia di Coronavirus. “Nel terzo trimestre 2019 – continua Busi – abbiamo venduto molto perché è il periodo in cui i buyers cinesi riempiono i magazzini in vista delle Feste. Adesso, con l’annullamento dei festeggiamenti per il Capodanno cinese e la chiusura di gran parte dei ristoranti c’è il rischio che quelle scorte non vengano smaltite”.
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